Olga Fotino presenta il suo libro, “Lhena” di edizioni Effigi

Il 14 Luglio 2016  alla Posteria di Nonna Papera a Milano , in collaborazione con Giordano Vini, Olga Fotino ha presentato  il suo libro, “Lhena”-edizioni Effigi, storia di un' amicizia e di un amore fra gli anni '70 e l'inizio del nuovo millennio, rese complicate dalle patologie dei protagonisti.

La malattia bipolare e il dilagare dell’eroina alla fine degli anni 70, quelli della contestazione giovanile, sono stati due problemi, per tanto tempo, sottovalutati dalla società
La protagonista viene coinvolta da entrambe le situazioni, per aiutare la sua amica malata e per salvare dalla droga il suo amore.
Ma dopo una lunga sofferenza la rinascita arriva.
Lhena, aiutata dagli affetti familiari riesce a venirne fuori, a ricominciare a vivere e ad avere una speranza per il futuro

Olga Fotino non si accontenta di scrivere, utilizza frasi e parole con una “semplicità” talmente piacevole, che sembra di ascoltare un’amica raccontare pezzi della sua vita, piuttosto che leggere un libro; e lo fa per mano di Lhena.

Il tema centrale è l'amicizia, colpisce molto la capacità di mettere in risalto i sentimenti e le emozioni della protagonista.
"...Ogni amicizia è un dono, bisogna solo saperlo usare e apprezzare nel modo in cui ci viene offerto! Ognuno di noi dà all'altro, inconsapevolmente, qualcosa..."
Anche voler bene ad un’amica non è sempre semplice.
“...Lhena aveva sempre creduto di aiutarla con il suo affetto, la sua abnegazione e quando succedeva così, tutti i suoi sforzi le sembravano inutili. Erano anni durante i quali se lo diceva. Anni, durante i quali malgrado le cure, i ricoveri in ospedale non cambiava niente. Ma Lhena si accaniva a pensare che un giorno, forse sarebbe guarita…"

Lhena è una giovane donna che affronta la vita intensamente, amante dell'arte e della lettura. In alcuni casi il racconto é crudo e vivo, Olga Fotino non si risparmia mai, non é avara di parole, nemmeno quando deve raccontare un buco sul braccio, il "grande mostro", la dura e cruda storia di Lhena e Valerio..
Li aveva accomunati la loro splendida storia d'amore. Si erano amati fino allo spasimo...Dietro al quadro di Valerio, una dedica: "Al sole che ha illuminato, in un periodo buio, la mia vita".

I temi trattati permettono riflessioni, onestamente l’autrice lo proporrebbe come testo obbligatorio di narrativa nelle scuole.

INTERVISTA ALL’AUTRICE:
“APPARENTEMENTE è UN ROMANZO, MA POTREBBE ESSERE CONSIDERATA UN’ANALISI DI APPROFONDIMENTO DEL DISTURBO BIPOLARE CON TUTTE LE SUE CARATTERISTICHE E ORIGINI/CAUSE?”
 “Si il problema della depressione bipolare mi ha sempre colpita perché, come quasi tutte le malattie mentali, non sono o non sono state molto considerate. Nella presentazione che ho fatto nella mia città, uno psichiatra a cui avevo mandato il libro, ha voluto essere presente e ha parlato a lungo della malattia, delle cause e di quello che la Sanità (centri di salute mentale), ha voluto promuovere in questi ultimi decenni. È stato un intervento molto seguito, perché le persone vogliono capire. Per un certo periodo, sono stata un’insegnante di sostegno, perciò sono stata in contatto anche con malattie mentali di giovani studenti.”

“PERCHÈ TI SEI AVVICINATA A QUESTO TEMA? C’È QUALCOSA DI AUTOBIOGRAFICO O QUALCHE ISPIRAZIONE PARTICOLARE?”
“Niente di autobiografico. Ho solo avuto l’opportunità di conoscere delle persone che soffrivano di questa patologia, anche uomini, non solo donne. Da tutte queste conoscenze ne è venuto fuori il personaggio di Elena, assolutamente di fantasia. Devo dire che diverse persone che hanno letto il libro, hanno ravvisato nella protagonista, un parente, un amico. Perchè, purtroppo la malattia ha, per quasi tutti, la stessa tipologia, lo stesso sviluppo”.

LA POESIA DELL’INIZIO DEL LIBRO è TUA? I VERSI VOGLIONO SIMBOLEGGIARE LA FINE DI UN PERCORSO DI VITA E L’INIZIO DI UN NUOVO ITER?”
“Sì, sono i versi finali di una mia poesia. Io credo che ci possa essere sempre una rinascita, dopo un periodo avverso. Bisogna cercare sempre in noi stessi la forza per ricominciare”.

“HAI DESCRITTO UN TIPO DI RAPPORTO UOMO-DONNA PURTROPPO MOLTO COMUNE AL GIORNO D’OGGI. ALCUNI UOMINI CERCANO DI SOTTOMETTERE LE LORO DONNE PERCHÈ SI SENTONO INFERIORI, ALCUNE DONNE INVECE, A CAUSA DELLA LORO FRAGILITÀ, SCELGONO UOMINI SBAGLIATI, FORSE A CAUSA DEL RAPPORTO DIFFICILE CON IL PROPRIO PADRE. QUALI SOLUZIONI VEDI?”
“Le donne devono essere più coraggiose. Se i rapporti con il partner sono difficili e insolubili (“ma io lo amo, non posso vivere senza di lui”) bisogna avere la forza di troncare e, se non ci si riesce da soli, bisogna farsi aiutare. Non possiamo dare la colpa sempre ai rapporti familiari, al padre o alla madre che non hanno saputo educarci all’autonomia, al rispetto. Il rispetto è la prima cosa che dobbiamo pretendere dall’altro. Elena, pur nella sua fragilità, lascia il marito violento. Lhena e Valerio, aiutati dagli amici, si separano (non si può vivere nel caos). Ecco, io ho voluto dare ai miei protagonisti questa consapevolezza: di agire secondo i propri principi, di avere il coraggio di cambiare le cose, seppur soffrendo, e facendosi aiutare per ricominciare a vivere”.

“L’AMICIZIA TRA DONNE È SEMPRE POSSIBILE, MA SPESSO NON SI È CAPACI DI FARE SQUADRA. COSA NE PENSI?
 “L’amicizia fra donne è possibile e, se si perseguono gli stessi obiettivi, si fa sicuramente squadra. Quello che inquina l’amicizia sono gli agenti esterni. Nel caso di Elena, la malattia: malgrado questo però, l’amicizia resiste”.

 “HAI TOCCATO IL TEMA DELL’IMMIGRAZIONE PARLANDO DEL PADRE DI LHENA. COME VEDI LA SITUAZIONE IN ITALIA? COME PENSI SIA POSSIBILE UN’INTEGRAZIONE NEL RISPETTO DEI DIRITTI RECIPROCI?”
“Il tema dell’immigrazione è un tema che ci coinvolge tutti. Io penso che la maggior parte degli italiani non sia razzista, forse lo diventa quando vede lesi i propri diritti, la burocrazia che rallenta i commerci, le tasse che strozzano. Vedere poi che gli immigrati sono molto più facilitati li fa sentire meno cittadini, meno tutelati dallo Stato, e cosi viene fuori il razzismo (“tu stai prendendo ciò che mi appartiene”). Però poi, a livello interpersonale, gli extracomunitari non sono mai stati un problema per noi italiani e per quanto riguarda certi lavori guai se non ci fossero. Gli immigrati in Italia sono il 5% della popolazione”.

BIOGRAFIA:
Olga Fotino è nata in Calabria a Cetraro (prov. Cosenza) qualche anno fa, come le piace dire.
Ha studiato a Roma e vive a Follonica (Gr). Ha lavorato presso il Ministero Pubblica Istruzione, in qualità di insegnante di Arte.Nel tempo libero si diletta nella pittura e nella scultura.Ha pubblicato un libro di poesie, e “Lhena” è il suo primo romanzo.