m.a.x. museo di Chiasso (Svizzera)dal 26 novembre 2020 al 6 gennaio 2021 ESPOSIZIONE DELL'AVVENTO – "Madonna con Bambino" di Peter Paul Rubens


novembre 2020 - Il m.a.x. museo dà il via a una nuova iniziativa che sarà proposta annualmente in occasione del periodo dell’Avvento e delle Festività Natalizie. Dal 26 novembre 2020 al 6 gennaio 2021 sarà esposto nell’atrio del museo un capolavoro del maestro fiammingo Peter Paul Rubens, “Madonna con Bambino”, dipinto attorno al 1618, nel pieno del periodo di Controriforma che tanto ha rivoluzionato anche il modo di vivere l’Arte Sacra.
La pregiata opera potrà essere ammirata gratuitamente fino all’Epifania e viene accolta al m.a.x. museo giovedì 26 novembre 2020, alle ore 11.00, alla presenza del sindaco di Chiasso Bruno Arrigoni, dei proprietari e degli sponsor. Il m.a.x. museo inaugura dunque un’iniziativa volta a “offrire” al pubblico una meraviglia legata al periodo natalizio. Il quadro, appartenente a un collezionista privato ticinese, viene temporaneamente trasferito dal luogo dove è custodito abitualmente, presso Swiss Logistics Center di Chiasso con cui il museo ha sancito un accordo con il sostegno del Comune, dell’AGE SA e con la sponsorizzazione tecnica di Helvetia Assicurazioni.
È un’opera della maturità di Rubens questa intitolata “Madonna con Bambino”, dipinta fra il 1617 e il 1618, cioè quando il celebre artista fiammingo aveva quarant’anni. Nato a Siegen (Germania) il 28 giugno 1577 e morto ad Anversa (Belgio) il 30 maggio 1640, Rubens è stato definito il pittore “colto” e capace di infondere nelle carni il modellato statuario e nei colori la vividezza. Il critico J.
Burckhardt nella sua monografia ha scritto “Se Rubens sia da considerare propriamente come naturalista o in un complesso come seguace dei veneziani, se da questi siano in qualche modo determinate la sua forza e la sua originalità, è un problema trascurabile. Concediamo che la struttura delle sue figure, a cominciar dallo scheletro, spesso non risponde alla bellezza ideale … ma il ben noto splendore delle carni, la celebre bellezza del nudo, quale appare nella piena luce e nel chiaroscuro, … il panneggio, l’incarnato vantano un perfetto modellato quasi senza ombre”. Rubens può considerarsi un archetipo del Barocco europeo.
Figlio di un avvocato-notaio calvinista, Peter Paul Rubens aveva ricevuto un’educazione umanistica; morto il padre, con la madre si trasferì ad Anversa e si convertì al cattolicesimo (1586). Entrò a bottega da un pittore di paesaggi, Tobias Verhaecht, e successivamente in quello di Adam van Noort e di Otto van Veen per poi intraprendere nel 1600 l’importante viaggio di studi (e di commissioni) in Italia, dove rimase ben otto anni. La prima tappa fu Venezia, quindi Mantova, poi Firenze, Genova e Roma. Fu la scoperta di Tiziano e Tintoretto a influenzarlo, ma anche la ragionata composizione di Bellini, la tavolozza di Veronese, la monumentale opera di Giulio Romano, la natura dei Carracci e la nuova luce di Caravaggio. Rientrato ad Anversa nel 1608 fonda una grande bottega: le sue opere sono molto ricercate, in pochi anni raggiunge fino ad un massimo di 180 collaboratori. Tutte le opere venivano eseguite secondo un procedimento ordinatamente stabilito. Che Rubens mantenne poi fino agli ultimi anni della sua attività. Egli fissava subito con uno schizzo a penna la prima concezione del quadro, poi eseguiva con il pennello, in forma di bozzetto, uno schizzo ad olio,
che era poi seguito da un vero e proprio modello, cioè da una tavola a piccolo formato ad olio dove erano rappresentati gli elementi essenziali del dipinto. Il modello veniva presentato al committente, e una volta approvato il maestro disegnava a matita degli studi particolari per sviluppare le singole figure del dipinto, quindi i discepoli li riportavano sul quadro (tavola o tela che fosse) e li dipingevano.
L’ideazione era interamente di Rubens ma l’esecuzione della bottega: Rubens si riservava di compiere parti specifiche e ritenute importanti del’opera stessa. Questa modalità gli permise di controllare la propria produzione ampliando moltissimo la possibilità della realizzazione delle opere.
La composizione iconograficamente innovativa era una caratteristica di Rubens e si nota in particolar modo anche nell’opera “Madonna con bambino”, in cui la madre di Dio, ritratta giovanissima, sembra essere consapevole del suo ruolo divino e della responsabilità che l’aspetta: tiene in piedi il piccolo Gesù che sta muovendo i suoi primi passi, anch’egli consapevole del destino espresso nello sguardo attonito e volto nel vuoto, simbolo del sacrificio della Passione e della morte che lo aspetta (sacrificio rappresentato dal panno bianco del “sudario” che sta calpestando con i piccoli piedini nudi). Le carni del piccolo, pur nella loro naturalezza, rivelano una iconografia statuaria nuova - la postura del piccolo Gesù Bambino - nella tipologia del quadro della natività.
Interessantissimo è il linguaggio delle mani: si noti la dolcezza con cui il piccolo appoggia la manina destra sul polso della Madonna che le tocca il pancino, mentre l’altra mano di Maria sembra trattenere l’equilibrio incerto del piccolo passo compiuto dal Gesù Bambino. La scelta e l’accostamento dei colori del manto della Madonna, rosso con maniche blu e pizzi bianchi, è una particolarità pittorica della maturità di Rubens.
L’origine di questa composizione è da riferire ad una “Madonna con Bambino” dipinta da Rubens nel pannello interno sinistro del trittico ordinato dalla vedova di un mercante di Anversa, Jan Michelsen realizzato nello stesso periodo. Questo altare è conosciuto come “Christ à la Paille” ed è oggi conservato presso il Museo voor Schone Konsten che rappresenta centralmente la Deposizione di Cristo sulla paglia. Il pannello di destra invece rappresenta San Giovanni Battista e quello di sinistra appunto la Madonna con Bambino, dove l’unica diversità è la posizione della mano destra della Madonna che blocca il bimbo sotto l’ascella (mentre quella del dipinto in oggetto è posta più in basso e trattiene il piedino). Da questo soggetto sono state tratte diverse repliche autografe dalla bottega di Rubens perché si vede che piacque molto (non tutte eseguite da Rubens , ma come detto alcune eseguite dai suoi apprendisti), tra cui la nota “Madonna Marlborough” (esposta oggi alla National Gallery of Art di Washington) e l’altrettanto conosciuta “Cumberand Madonna” (conservata presso una collezione privata di Parigi). Queste due versioni note di Madonna con
Bambino in piedi sono però considerate dalla critica meno interessanti dal punto di vista della qualità dell’esecuzione rispetto a quella qui esposta. Quest’ultima tela, probabilmente di mano di Rubens nelle parti principali e ritenuta autografa, ha delle varianti di posa nella mano della Madonna. Nel periodo post Concilio di Trento, in piena Controriforma, Rubens aveva interpretato in maniera innovativa i richiesti principi di “chiarezza, verità” in aderenza alle scritture.
È interessante notare che Rubens, proprio fra il 1617 e il 1618, lavora a progetti per una serie disette arazzi raffiguranti le Storie di Decio Mure su commissione di nobili genovesi, i cui bozzetti oggi sono conservati nella Galleria dei principi del Liechtenstein a Vaduz: non verranno realizzati, ma documentano il rapporto con la nobiltà genovese, già stretta durante gli anni del suo soggiorno italiano con i Doria, i Spinola, i Lomellini.
Nel 1640 (anno della sua morte) L’Accademia di San Luca a Roma nomina Rubens suo membro onorario.

m.a.x. museo
Via Dante Alighieri 6, CH – 6830 Chiasso
T. +41 58 122 42 52
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