UN PONTE TRA LA NATURA DI ASIAGO E IL CUORE DI VENEZIA “Auguri e lunga vita a San Teodoro, el Todaro!”

 

giugno 2017 - A poco meno di un anno dall’avvio dei lavori di restauro torna all’antico splendore la statua del Tòdaro - l’originale dell’opera che sormonta una delle colonne di Piazzetta San Marco – da tempo custodita a Palazzo Ducale: un altro straordinario recupero reso possibile grazie alla collaborazione pubblico–privato tra Comune di Venezia, Fondazione Musei Civici di Venezia, Fondaco e Rigoni di Asiago, la famosa azienda veneta leader nella produzione biologica del miele e delle confetture di qualità, da sempre attenta ai valori legati alla tradizione e alla cultura. 

“Il ruolo dell’imprenditore e dell’impresa nella Società è profondamente mutato nel corso degli ultimi anni,così come le aspettative di quest’ultima nei confronti del mondo produttivo. Il concetto di responsabilità sociale che un tempo era di competenza esclusiva del settore Pubblico, oggi non è più tale. Il Privato e il Mondo Imprenditoriale sono diventati i “Nuovi Mecenati” dell’epoca attuale, cambiando i modelli di erogazioni liberali che venivano elargite nei secoli scorsi, non come allora il simbolo del successo economico mostrato ai concittadini e forestieri, ma come pegno di solidarietà per la comunità tutta, considerata portatrice di diritti ed interessi. – dichiara Andrea Rigoni Amministratore Delegato della Rigoni di Asiago - Il concetto di Responsabilità Sociale di Impresa: cioè di un’impresa che oltre ad avere degli obiettivi economici da raggiungere si preoccupa di allargare il suo impegno alla così chiamata sostenibilità, declinata oltre che nel settore economico, in quello sociale e in quello ambientale, è il motivo che ha convinto numerose aziende italiane e straniere a scegliere il restauro dei beni culturali come la maniera migliore per impegnarsi nella Sostenibilità Sociale”.
Rigoni di Asiago ha già colto nel passato l’opportunità di prendersi cura dell’inimitabile patrimonio di bellezza rappresentato dai beni culturali italiani, quando nel 2015 ha sostenuto il restauro dell’Atrio dei Gesuiti, nel Palazzo di Brera a Milano.
“Quest’anno abbiamo pensato un po’ a noi e, da Veneti quale siamo e ci sentiamo, ci siamo occupati di ridare lo splendore delle origini ad un monumento che oltre ad essere un inimitabile opera d’arte, è un pezzo di “Storia Veneta”. Parliamo della statua del Todaro, San Teodoro o, com’è chiamato da sempre a Venezia: “ El Todaro”. Il primo patrono di Venezia rappresentato da una statua bellissima ed affascinante, con ai piedi il coccodrillo-drago. Settecento anni di storia, con pietre che provengono da diverse cave, tra le quali anche la stessa del Partenone di Atene, ci fanno capire quanto era grande la Repubblica di Venezia e che ruolo politico svolgesse nel bacino del Mediterraneo e nel resto del mondo. – continua Rigoni - Abbiamo colto al volo la proposta di questo progetto pensando che quest’opera aveva passato secoli a svettare in cima alla colonna di Piazza San Marco, sentinella (Santo Protettore) ed allo stesso tempo faro per guardare lontano, per indicare la via migliore per la città. Una metafora per noi imprenditori, il cui ruolo è quello di indicare la strada alle nostre aziende per raggiungere i migliori traguardi. Nei mesi scorsi ho avuto il piacere di salire sui ponteggi e di trovarmi a tu per tu con le restauratrici che mi spiegavano le modalità d’intervento. Ho avuto anche l’onore di togliere con un pennellino della polvere dalla spalla. Non vi nascondo che mi sono sentito un privilegiato per aver contribuito in prima persona a liberare la statua dalle “rughe” di tanti secoli passati all’aperto”.
“Gli impegni di lavoro mi portano spesso in viaggio; con soddisfazione e grazie alla presenza di una webcam all’interno del cantiere ho potuto seguire in tempo reale il progredire dei lavori di restauro, fino al meraviglioso risultato finale. Sono contento per i numerosi messaggi di stima ed approvazione ricevuti; desidero condividerli con tutti coloro che hanno contribuito con la loro professionalità e spirito di collaborazione al restauro del Todaro.
Viene restituito alla Città uno dei suoi simboli più importanti, emblema di sintesi e dialogo tra le culture e le civiltà.

La qualità del risultato è davvero incredibile ed i tempi sono stati rispettati (lo scorso mese di luglio, quando avevamo dato il via all’opera di restauro, vi avevo dato appuntamento a fine maggio, inizio giugno 2017):
grazie ancora a tutti. – conclude Rigoni - Il mio augurio (il mio invito) ora è che il Todaro restaurato, possa essere visto ed ammirato, più di prima, da tutti Veneziani, Italiani e Stranieri. Auguri e lunga vita a San Teodoro, el Todaro!”

“Se teniamo per buona la data riportata da Francesco Sansovino (1329) il Todaro occupa la colonna occidentale della Piazzetta da quasi settecento anni”. Il San Teodoro - Tòdaro in dialetto - santo bizantino e guerriero primo protettore della città, raffigurato nell'atto di uccidere un drago, è dunque uno dei simboli dell’area marciana e di tutta Venezia, svettante assieme alla colonna con il leone Marciano verso il molo e il bacino di San Marco.
L’originale di questa statua, assolutamente unica per forza emblematica e fattezze, è esposto da oltre un lustro sotto il portico del cortiletto dei Senatori all’ingresso di Palazzo Ducale dopo che, nel 1940, venne rimosso dalla colonna
(dove dal 1948 è stata posizionato una copia in pietra d’Istria), per proteggerlo da eventuali danni bellici e ricoverato nell’abbazia di Praglia, presso Padova.
L’opera è stata oggetto di un delicato intervento di restauro durato 11 mesi, realizzatosi grazie alla collaborazione avviata ormai da alcuni anni tra Comune di Venezia, Fondazione Musei Civici di Venezia e Fondaco (al settimo progetto
per Palazzo Ducale) e alla sensibilità della Rigoni di Asiago che ha finanziato l’intervento. Durante i lavori una webcam appositamente installata nel cantiere ha permesso di seguire in diretta tutte le sue fasi tramite la piattaforma Skyline Webcams.
Eseguito dalla ditta Lares, che ha curato anche le indagini preliminari non invasive indispensabili per la stesura del progetto e la messa a punto delle tecniche per la futura fase operativa, l’intervento ha permesso di avviare nuovi studi, ricerche, analisi e approfondimenti, che sono stati effettuati dai funzionari e tecnici della Soprintendenza alle Belle Arti e Paesaggio per Venezia e Laguna e della Fondazione Muve, i quali hanno lavorato insieme ai restauratori per decidere le metodologie da applicare durante i lavori.

L’intervento si è quindi delineato in una serie di complesse azioni che hanno incluso il consolidamento, la pulitura, la stuccatura, la ricostruzione e la protezione dei vari elementi lapidei e bronzei che compongono questa statua ibrida estremamente delicata e fragile, nata dall’assemblaggio di parti diverse (la testa il busto, le armi ecc.) per provenienze, materiali ed epoche.
Un’opera plurisecolare la cui bellezza e unicità sono rappresentate dell’‘assemblaggio’ di pietre differenti provenienti da quell’Oriente bizantino con cui Venezia è stata nei secoli in rapporto.
La testa - probabilmente d’epoca costantiniana, anche se rimaneggiata, è in marmo bianco proveniente da Docimium, presso Afyon in Turchia occidentale – viene identificata sulla base del confronto con le immagini monetali in un ritratto di Mitridate VI Eupator, il famoso re del Ponto che tenne per decenni in scacco i Romani sino alla sua morte nel 63 a.C. e probabilmente giunse a Venezia da Costantinopoli.
Il torso, decorato da Vittorie che incoronano un trofeo, apparteneva con probabilità a una statua loricata  dell’imperatore Adriano. 
Lo scudo è in pietra d’Istria; gambe, braccia e drago sono in marmo proconnesio, proveniente dall’isola di Proconneso nel Mar di Marmara, tra il Mar Egeo e il Mar Nero; altre parti sono in marmo pentelico, lo stesso scavato vicino ad Atene e usato anche per il Partenone, mentre le armi in metallo sono d’epoca medievale.
Si tratta di uno straordinario palinsesto della storia e della cultura millenaria di Venezia, della sua capacità di sintesi e d’incrocio di genti, arti e civiltà.