COSTA D’ORO INVESTE NELL’OLIO 100% MADE IN ITALY


30 gennaio 2020 - Costa d’Oro punta su olio extravergine d’oliva italiano e sulla tracciabilità dei suoi EVO made in Italy, grazie una tecnologia a portata di consumatore che per la prima volta nel panorama industriale arriva a geolocalizzare i frantoi. L’azienda, di proprietà di Avril – il terzo gruppo di olio a livello mondiale - ha annunciato infatti oggi in conferenza stampa a Milano l’arrivo sul mercato de “L’Italiano”, il primo olio extravergine di oliva 100% made in Italy Costa d’Oro, realizzato esclusivamente con olive coltivate e frante in Italia e tracciabile in tutti i suoi parametri: periodo di raccolta delle olive, periodo di molitura, provincia di produzione delle cultivar, frantoi. Il prodotto, già nei supermercati a un prezzo di 6.99 euro a bottiglia, fa della trasparenza e della scrupolosa selezione degli olivicoltori i suoi punti di forza, con oltre 50 frantoi dislocati in 7 regioni del Paese (il 73% in Puglia e il 27% tra Sicilia, Calabria, Basilicata e Umbria) su un totale di circa 4mila ettari coltivati, per una produzione 2019-2020 a 20mila ettolitri (valore ipotizzato 3milioni di euro), proveniente prevalentemente da cultivar di Coratina, seguite da Ogliarola, Carolea e Leccino. Ai fornitori selezionati attraverso un rigoroso audit annuale dall’azienda spoletina, certificato da DNV, si aggiungeranno tra un mese anche le OP (organizzazioni di produttori) delle principali associazioni di categoria nazionali, Unaprol e Italia Olivicola, mediante contratti di filiera.
L’intera tracciabilità, certificata ISO 22005, è garantita anche da un rigido sistema di controlli sulla qualità lungo tutto il processo produttivo, anche grazie a sistemi gestionali automatizzati applicati in tutte le sue fasi, con tanto di geolocalizzazione dei frantoi in base al lotto di produzione. Questa tracciabilità totale si traduce in una trasparenza inedita nel panorama industriale oleicolo per il consumatore. Costa d’Oro è infatti l’unico marchio industriale che arriva fino al dettaglio dei frantoi: basterà inserire sul sito di Costa d’Oro il lotto di produzione o scansionare con il QR code presente sulla bottiglia per avere a portata di mano la “carta d’identità” dell’EVO, ma anche per vedere la provenienza e il luogo di molitura del proprio olio, grazie all’integrazione con Google Streetview.
“Crediamo fortemente nel prodotto italiano – ha detto il direttore generale di Costa d’Oro, Ivano Mocetti – che riteniamo il miglior olio extravergine al mondo per qualità e caratteristiche organolettiche. Il segmento 100% made in Italy, continua a crescere, con performance interessanti, in controtendenza con il resto del mercato. Secondo gli ultimi dati dell’Osservatorio Nielsen 2019, nel 2018 il mercato del 100% italiano nella distribuzione al dettaglio vale il 19,4% dei volumi, in crescita del +6,9% nel 2018. È nostra intenzione quindi scommettere su questa fascia, con un olio di grande valore che vada incontro alle richieste di trasparenza dei consumatori, fornendo certezze sull’autenticità e sull’origine del prodotto. Oggi siamo leader nel segmento degli oli extravergini non filtrati e nel segmento degli oli extravergini biologici. Vogliamo diventare leader di mercato anche per questo segmento. Lo faremo dando garanzie al consumatore ed estendendo la tecnologia della tracciabilità a tutti gli oli italiani del nostro marchio: dal Grezzo (non filtrato), che al momento è il segmento con le performance più interessanti (+17,3% in valore) fino al biologico”. 

“Il nostro obiettivo è portare il marchio Costa d'Oro a diventare un riferimento globale nell'olio d'oliva di alta qualità, su nuovi mercati, soprattutto in Cina e Nord America – ha commentato Olivier Delamea, presidente di Costa d’Oro e dg del segmento Oli e condimenti di Avril – unendo innovazione, tracciabilità e origine naturale. L’obiettivo non è solo commerciale ma è anche quello di dare valore alla filiera italiana e a un prodotto di grandissima qualità organolettica e produttiva, troppo spesso in crisi per dinamiche intrinseche al mercato. Vogliamo farlo – ha continuato Delamea - rimanendo fedeli al modello della filiera integrata, unendo tutti i protagonisti della catena, a partire dal mondo agricolo per arrivare a industria e GDO, sulla scia della specificità del settore degli oli e di esperienze già attuate in altri Paesi”.

Il prossimo passo saranno gli investimenti produttivi. L’azienda ha fatto proprio lo spirito e le radici fondanti del Gruppo Avril, la cui base è rappresentata dai produttori di semi oleaginosi, e sta valutando in maniera fattiva la possibilità di un’integrazione in filiere già esistenti o la creazione di filiere ad hoc. Sono già in corso trattative in Toscana e in Sud Italia, prevalentemente Basilicata e Puglia, per l’acquisto o l’affitto di terreni in parte già piantati e da piantare per avviare la produzione. “La scelta delle varietà di olive da impiantare – ha detto Mocetti - risponderanno ai requisiti di tipicità dell’olio italiano assieme alle nuove varietà che si prestano ad un modello intensivo (600-800 piante per ettaro) per produrre un’ottima qualità a prezzi competitivi con l’obiettivo di arrivare almeno a 1.000 ettari”.

Con un fatturato netto complessivo 2018 di 156,8 milioni di euro (+9,6% sul 2017) e oltre 40,5 milioni di litri prodotti, tra marchi propri, private label e sfuso, Costa d’Oro è tra i primi tre player nazionali di olio di oliva nella Gdo. Dopo l’acquisizione da parte della multinazionale Avril a maggio 2018, l’azienda umbra è entrata a far parte del terzo gruppo mondiale dell’olio di oliva (7 miliardi di euro di giro d’affari), ma l’organizzazione e il management sono rimaste italiane. I marchi propri dell’azienda – tra cui l’Extra, il Grezzo, L’integrale e Il biologico - valgono 86,6 milioni di euro ed esprimono il 55,2% del fatturato totale. Tra questi, i segmenti che performano di più sono il Grezzo e L’Extra che assieme rappresentano il 63% del fatturato dei marchi aziendali, con Il Grezzo che nel 2018 ha registrato una vera e propria impennata delle vendite (+17,3% in valore) e l’Extra che rimane il più venduto (9,7 milioni di litri) per un fatturato netto di 40,8 milioni di euro.
L’alleanza con Avril ha giocato un ruolo chiave nella crescita dell’export dell’azienda che vale il 45% del fatturato, permettendole di ampliare le vendite in 80 Paesi e al contempo di aggredire nuovi mercati.

Secondo i dati Nielsen dei primi 9 mesi 2019 (ottobre 2019) l’azienda si conferma al terzo posto tra i brand, ma l’unico tra i top ad aver diminuito di 3,2 punti percentuali la pressione delle vendite promozionali, che aumentano per tutti gli altri competitor. In particolare, nel 2019, Costa d’Oro risulta leader (18,9% del mercato a volume) del segmento extravergine biologico, che cresce del 9,9%. Anche nel non filtrato il marchio risulta più in alto nel podio, con il 36,8% del mercato di un segmento che pesa il 6,5% del totale extravergine.
Complessivamente secondo i dati Nielsen 2019, il mercato dell’olio di oliva venduto nel canale retail a ottobre 2019 risulta in aumento del 2,6% sull’anno precedente a volume (si sfonda il tetto dei 190 milioni di litri) e in calo del 4,5% a valore (circa 876 milioni di euro). Il segmento dell’extravergine cresce invece del 4,5% a volume, arrivando a pesare il 32,8% sul totale olio d’oliva.

La campagna olearia 2019-2020, segna il riscatto della produzione italiana, che si attesterà intorno alle 321 mila tonnellate, con un +83,4% rispetto ai minimi delle 175mila tonnellate del 2018, ma ancora lontana dalle 429 mila tonnellate del 2017, e dalle 475mila del 2015 (fonte: Ismea su base Istat). Nonostante la Xylella, la Puglia si conferma capofila nella ripresa, con quote che sfioreranno il 60% dell’intera produzione nazionale di Evo (+175% sull’anno precedente) grazie soprattutto al recupero dei territori olivicoli delle province di Bari, BAT, Foggia. Bene anche il resto del Sud con la Basilicata, che quasi quadruplica la produzione dello scorso anno, la Campania che segna un +52% e il Molise +40% (fonte: indagine Cia – Agricoltori italiani, Italia olivicola, Aifo)