Venezia, Gallerie dell’Accademia dal 16 gennaio al 7 febbraio 2016 Jheronimus Bosch (c. 1450 - 1516) I dipinti veneziani restaurati

 


15 gennaio 2016- Jheronimus Bosch 500, il programma internazionale di celebrazioni che per tutto il 2016 ricorderà il grande artista olandese in occasione del 500° anniversario della sua morte, prende avvio a Venezia con la presentazione in anteprima del restauro di due dei tre polittici appartenenti alle collezioni delle Gallerie dell’Accademia: il Trittico di Santa Liberata e le quattro Visioni dell’Aldilà. La terza opera custodita a Venezia, il Trittico degli Eremiti, è attualmente in fase finale di restauro e sarà esposta all’Accademia a partire dalla seconda metà di maggio. L’inedito retro delle Visioni e il Trittico di Santa Liberata potranno essere ammirati all’interno del percorso museale delle Gallerie dell’Accademia dal 16 gennaio al 7 febbraio 2016; un evento unico arricchito dall’allestimento di una postazione multimediale che proporrà alcune fasi del restauro attraverso immagini e video.

I tre capolavori dalla collezione dell’Accademia saranno infatti tra i protagonisti di Jheronimus Bosch - Visioni di un genio, la più grande retrospettiva mai dedicata all’artista olandese, in programma dal 13 febbraio all’8 maggio 2016 a Het Noordbrabants Museum di Den Bosch, città natale del pittore. Le opere provengono dalle collezioni più importanti del mondo e molte sono state restaurate appositamente per l’occasione attraverso il BRCP - Bosch Research and Conservation Project. In esposizione ci saranno oltre 20 dipinti, 19 disegni e diversi trittici e pannelli, per la prima volta riuniti in un’unica mostra (per maggiori informazioni: http://www.hetnoordbrabantsmuseum.nl/english/jheronimus-bosch-pers-nl/#Italiaans).

Le Gallerie dell’Accademia sono l’unico museo italiano tra i prestatori della mostra; nel periodo in cui le opere saranno nei Paesi Bassi, all’Accademia resterà allestita la postazione multimediale.

Al termine della mostra olandese, dalla seconda metà di maggio, il Trittico degli Eremiti rientrerà subito in Laguna e sarà esposto alle Gallerie dell’Accademia fino all’autunno 2016, quando tutti e tre i dipinti saranno protagonisti di una mostra a Palazzo Ducale. Nel frattempo invece le Visioni e il Trittico di Santa Liberata continueranno il loro tour internazionale dall’Olanda alla Spagna, dove saranno esposte al Museo del Prado, a Madrid (dal 31 maggio all’11 settembre 2016).

Il restauro dei tre polittici, iniziato nel 2013, è stato finanziato dal BRCP - Bosch Research and Conservation Project e dalla Getty Foundation di Los Angeles, ed è stato interamente realizzato a Venezia, nei laboratori di restauro alla Misericordia, sfruttando le più avanzate tecniche di diagnosi e intervento. In particolare, per documentare il complesso e avanguardistico processo di diagnosi che ha interessato le opere, sul sito del progetto Bosch in Venice sono disponibili link a visori interattivi di ciascuna delle superfici dipinte. È così possibile passare dalla visione in alta risoluzione alla fotografia a ultravioletti, e ancora alla riflettografia a infrarossi, oppure affiancare le diverse visioni o sfruttare il ridimensionamento delle immagini in tempo reale tramite l’uso del mouse.

Le tre opere veneziane di Jheronimus Bosch rappresentano momenti significativi della produzione del pittore olandese, caratterizzata da suggestivi racconti fiabeschi che, attraverso pennellate di colore e tocchi di luce, ha dato vita a visioni oniriche, fantastiche e irreali, talvolta angosciose, talvolta tormentate, innegabilmente uniche, prodotto di una peculiare interpretazione della realtà che rimane ancora un mistero.

All’interno di Jheronimus Bosch 500 - il programma internazionale di celebrazioni che per tutto il 2016 proporrà appuntamenti culturali e scientifici per ricordare il genio olandese - è stato costituito il BRCP - Bosch Research and Conservation Project, gruppo internazionale di studio che si avvale di moderne tecnologie per la conoscenza delle opere di Bosch. Il gruppo di studio nasce da un’iniziativa della Fondazione Jheronimus Bosch 500, del Noordbrabants Museum e dell’Università Radboud di Nijmegen (Paesi Bassi).

Il progetto della mostra di Den Bosch ha fornito quindi l’occasione per riprendere in esame i due trittici e i quattro pannelli veneziani in modo approfondito. Nel 2011 un team di specialisti del BRCP provenienti da Olanda, Canada e Stati Uniti, in collaborazione con i funzionari delle Gallerie dell’Accademia, ha iniziato lo studio dei dipinti e la verifica dello stato di conservazione delle opere, da cui è emersa la necessità di un intervento di restauro. Le campagne diagnostiche preliminari sono state eseguite con metodi e tecnologie d’avanguardia: ogni sezione dei dipinti è stata accuratamente osservata in luce visibile sotto microscopio ottico con ingrandimenti successivi, si è poi studiata la restituzione fotografica in fluorescenza ultravioletta, e quindi comparate le riflettografie a infrarossi con le radiografie. L’indagine ha permesso di individuare dettagliatamente la distribuzione e la localizzazione di ritocchi, abrasioni e lacune a carico della pellicola pittorica.

Per individuare la metodologia da adottare durante le operazioni di rimozione progressive delle vernici imbrunite, delle patinature di restauro, e delle stratificazioni di altri materiali soprammessi sono state eseguite numerose indagini microchimiche. Accurati test preliminari hanno permesso di verificare l’efficacia e la sicurezza dei materiali da usare per la pulitura. I risultati del protocollo di intervento messo a punto sono stati sottoposti e approvati da un comitato scientifico internazionale.

I lavori di restauro sono stati avviati nel 2013 e sono stati condotti interamente a Venezia nei laboratori della Soprintendenza, alla Misericordia, da un team formato da esperti italiani e olandesi, affiancati da due giovani restauratori selezionati per la formazione.

Il progetto di restauro del Trittico di Santa Liberata e del Trittico degli Eremiti, coordinato da Maria Chiara Maida e diretto da Matteo Ceriana, ha visto due fasi distinte di lavorazione: il restauro conservativo dei supporti lignei e il restauro della superfice pittorica.

La prima fase (restauro conservativo dei supporti lignei) è stata finanziata dalla Getty Foundation di Los Angeles nell’ambito del progetto Panel Paintings Inititative (PPI) che abbina agli interventi di restauro dei supporti lignei la formazione specialistica di giovani restauratori (“Getty Grant”), in un settore della conservazione in cui gli esperti operanti di alto livello abilitati sono attualmente pochissimi. L’intervento sui supporti è stato condotto da Roberto Saccuman affiancato da due giovani restauratori, un olandese ed un ceco.Entrambe le opere di Bosch avevano subito nel corso del XIX secolo un intervento di parchettatura del supporto ligneo (operazione di restauro che serve a correggere o prevenire l'incurvarsi o il vario deformarsi del supporto), la cui rigidità metteva però ora in serio pericolo la condizione conservativa generale e che è stato necessario rimuovere. Le parchettature sono state sostituite da un sistema di contenimento strutturale elastico che ha anche funzione di cornice.

La seconda fase (restauro della superficie pittorica) è stata eseguita sotto la direzione tecnica di Maria Chiara Maida da Giulio Bono e Luuk Hoogstede ed è stata finanziata dal BRCP - Bosch Research and Conservation Project. Entrambi i trittici presentavano un problematico stato di conservazione, con sollevamenti della pellicola pittorica, strati di vernici brune e alterate che malcelavano vaste abrasioni, lacune e precedenti interventi di restauro: effetti dello stato di degrado che erano il risultato di molteplici fattori quali cattive condizioni ambientali, danni accidentali, invecchiamento della materia costitutiva e danni dovuti ad antichi interventi di restauro (cinque quelli documentati dopo il 1838).
Il Trittico di Santa Liberata presentava diffuse lacune e abrasioni, che lasciavano intravedere nei pannelli laterali le figure dei donatori, realizzate in una prima ideazione autografa del dipinto. Il Trittico degli Eremiti, molto compromesso, presentava a sua volta nel pannello centrale emersioni di pentimenti riguardanti la figura di San Girolamo. Inoltre l'area del cielo, pesantemente danneggiata e ridipinta, presentava un'aggiunta non originale, molto disturbante dal punto di vista cromatico.
L’intero processo di pulitura, eseguito sotto microscopio ottico, si è protratto per più di un anno e ha consentito di riportare in luce la pellicola pittorica originale che, seppur compromessa, ha rivelato colori vividi e brillanti.

La fase di presentazione estetica è stata allo stesso modo lunga e complessa. Il restauro pittorico è stato eseguito riducendo il disturbo visivo delle lacune e delle abrasioni della superficie dipinta. La tecnica usata ha permesso la ricomposizione progressiva delle parti mancanti strato per strato, dalla preparazione verso la superficie. Il grado di integrazione dell’immagine è il risultato della valutazione e della discussione collegiale con le direzioni dei lavori sia prima che dopo l’esecuzione. Il restauro pittorico ha permesso di recuperare una migliore lettura dei diversi piani di profondità dei paesaggi e della luce di cui sono pervasi.
Si sono ottenuti risultati anche nella lettura degli innumerevoli dettagli che sono a poco a poco ritornati ad animare le scene, riemergendo in molti casi da una precedente condizione di difficile comprensibilità. 

Il restauro dei quattro pannelli lignei delle Visioni dell’Aldilà, sottoposti a un intervento sulla superficie pittorica nel 2008, ha interessato invece il recupero pittorico dei “finti marmi” realizzati sul retro dei dipinti: considerati a lungo un’aggiunta posteriore non originale, grazie al restauro si sono rivelati essere uno dei rari esempi di questa originalissima stesura di Bosch giunta fino a noi (caratterizzata da una tecnica di “dripping paint” ante litteram) e quindi di particolare importanza, oltre che inedita al pubblico.

Informazioni pratiche

Sede: Museo delle Gallerie dell’Accademia (sala 23)
Date: dal 16 gennaio al 7 febbraio 2016
Orari di apertura del Museo delle Gallerie dell’Accademia: lunedì dalle 8.15 alle 14 (ultimo ingresso ore 13), da martedì a domenica dalle 8.15 alle 19.15 (ultimo ingresso ore 18.15)
Prezzi biglietto unico Museo delle Gallerie dell’Accademia + Palazzo Grimani: intero € 9,00 (+ € 1,50 per il diritto di prenotazione), ridotto € 6,00 (+ € 1,50 per il diritto di prenotazione). Riduzioni e gratuità come previsto per legge. Per ulteriori informazioni: www.gallerieaccademia.org