Museo Casa Rusca, Locarno SVIZZERA: 14 aprile - 6 ottobre 2019 Manolo Valdés

aprile 2019 - la Città di Locarno inaugura la nuova stagione espositiva del Museo Casa Rusca accogliendo l’acclamato artista spagnolo Manolo Valdés (Valencia, 1942). Con più di 300 esposizioni all’attivo, 70 opere presenti nelle collezioni dei musei più prestigiosi del mondo,conosciuto dal grande pubblico per le sue mostre al Guggenheim di Bilbao, al Centre Pompidou di Parigi e al Centro de Arte Reina Sofía di Madrid, Manolo Valdés giunge a Locarno occupando quegli spazi che hanno visto in questi anni succedersi altrettanti artisti e architetti di fama internazionale quali Valerio Adami,Fernando Botero, Hans Erni, Mimmo Rotella, Javier Marín, Robert Indiana, Mario Botta e Sandro Chia.
La mostra, la prima in Svizzera, è curata da Rudy Chiappini e riunisce oltre 50 tra i lavori più significativi della lunga carriera e dell’universo creativo del grande maestro. Le suggestive sale e la corte di Casa Rusca sono animate dai dipinti e dalle sculture di eleganti figure di dame, di teste maestose dai lineamenti femminili e di statue equestri di nobildonne e cavalieri. La selezione di opere, realizzate dalla metà degli anni Ottanta fino ai giorni nostri, offre una panoramica sulle diverse tecniche e le multiformi sperimentazioni di questo eclettico e poliedrico artista.
Manolo Valdés suscita l’interesse della critica sin dal 1964 come esponente e co-fondatore, con Rafael Solbes e Juan Antonio Toledo, del movimento Equipo Crónica: un team pioneristico di Pop Art spagnola conosciuto soprattutto per le opere di protesta contro il regime franchista. I lavori del collettivo hanno poco da spartire con quelli che oggi contraddistinguono Manolo Valdés; l’unico rimando è l’insistente presenza della rappresentazione di alcune figure miliari dell’arte spagnola tra cui l’Infanta Margarita, Filippo IV e il popolo di Guernica, indagati dall’artista da un punto di vista puramente formale. Negli anni Ottanta, sciolto il sodalizio, Valdés inizia a lavorare da solo, affrancando il proprio operato da connotazioni politico-sociali. La sua meticolosa ricerca sfocia in rielaborazioni di dettagli dei dipinti di pittori antichi e moderni quali El Greco, Velázquez, Rubens, Ribera, Zurbarán, Rembrandt, Goya, Manet, Matisse, Pollock, Picasso e Lichtenstein.
Un percorso artistico quello di Valdés, iniziato con la pittura e proseguito con la scultura, in una reinterpretazione dei grandi maestri dell’arte. Velázquez, Rembrandt e Matisse, in particolare, sono il punto di partenza per le sue creazioni sia pittoriche che scultoree. “La mia sfida” spiega “è reinterpretare il patrimonio artistico del passato, da Velázquez a Matisse, dando origine a qualcosa di nuovo e differente. Mi ha sempre affascinato la storia dell’arte, così come qualsiasi traccia lasciata dall’uomo anche solo con un disegno, vedi le incisioni rupestri della preistoria. Linguaggi che cerco di rielaborare fondendo passato e presente. Stesso discorso per i nudi femminili e altre opere provenienti dal cubismo”.
L’opera in Valdés è in questo senso una revisione continua del passato, un mosaico che si compone di centinaia di frammenti, un’immagine che nasce dall’accumulazione e dall’appropriazione di tante altre immagini saldamente entrate nella nostra cultura visiva, di reminescenze di tutte le civiltà e di tutti i tempi.
A dimostrazione della volontà dell’artista di creare un legame tra passato, presente e futuro dell’arte,egli reinventa i capolavori della storia dell’arte per riproporli in formati, materiali e tecniche diverse restituendoli allo spettatore in un linguaggio espressivo nuovo e originale.
La personale, che proseguirà fino al 6 ottobre, è un tripudio di forme esuberanti e visionarie, nelle quali la storia dell’arte viene ripercorsa e rivista acquisendo una coinvolgente attualità. Saranno presentate alcune stupende sculture della ricorrente e stilizzata Reina Mariana in cui è enfatizzata la regalità tipica di una delle icone della pittura spagnola; le statue equestri in alluminio, legno e resina Caballero (2017) e Dama a caballo (2017) che guardano alla storia della scultura equestre iniziata da Donatello nel Rinascimento; i volti di donna ora in legno verniciato con pittura epossidica blu (Blue Head, 2016) ora in bronzo, alluminio, ottone o Mariposas (2015); i dipinti su larga scala Dorothy sobre fondo gris (2010) e Retrato con rostro amarillo y azul (1999) nei quali si osservano dei volti femminili stratificati: le tele grezze assumono tridimensionalità e diventano materiche. Nella variegata produzione artistica di Valdés non potevano mancare le sculture di dimensioni imponenti come Máscara (2007) e Daphne (2008), quest’ultima dotata di un elaborato copricapo intricato e lucente.

Le opere di Valdés sono percorse da una forza e da una vitalità dirompenti. Nelle sue pitture è percepibile come la passione per l’arte lo spinga a cercare nuovi linguaggi espressivi, a testare e accostare materiali inusuali, ad adoperare, per esempio, sovrapposizioni di sacchi di iuta dipinti con colori pastosi che trasformano le sue tele in oggetti materici e corposi; o ancora la sua raffinatissima sapienza tecnica capace di plasmare le materie più diverse grazie alla quale la lavorazione del legno, del prezioso alabastro e la fusione di resine e bronzo danno vita a insolite sculture.
Curiosità intuitiva sia tecnica sia immaginativa, il personale realismo pittorico, la struttura delle composizioni,l’interesse per l’autonomia del soggetto artistico, il ricorso a stratificazioni multidimensionali, l’accentuazione delle imperfezioni della materia, le realizzazioni in grande scala sono solo alcuni dei tratti distintivi dell’artista che rendono il suo stile immediatamente riconoscibile.
Il messaggio visivo che scaturisce oggi dalla sua inesauribile ricerca scultorea e pittorica è una celebrazione dei soggetti “classici” e, insieme, una rottura con gli archetipi del passato, tale da elevare la proposta estetica di Valdés come una delle più originali e brillanti del panorama artistico internazionale contemporaneo.
La mostra è accompagnata da un catalogo corredato da immagini a colori delle opere esposte, unitamente a contributi critici.

 

 Il 6 aprile la Città di Locarno ha inaugurato il nuovo spazio espositivo situato a Casorella, dimora storica del XVI secolo a ridosso del Castello Visconteo, che a seguito di un importante intervento di restauro e riorganizzazione si presenta come nuova sede per le collezioni d’arte permanenti cittadine.

Il Museo Casorella avrà il compito di valorizzare il patrimonio artistico di Locarno, che conta circa 4’500 opere, tra dipinti, sculture e stampe. Si tratta della più importante collezione ticinese nel suo genere e l’esposizione permanente metterà in rilievo i suoi nuclei più significativi.
Il pubblico potrà pertanto apprezzare, al pianterreno e al primo piano del Museo, una selezione delle opere più rilevanti della raccolta denominata ″Galassia Arp″, composta da rilievi, découpage e sculture del grande artista alsaziano Jean Arp (Strasburgo 1887 – Basilea 1966) da lui donati circa 50 anni fa alla Città, arricchita da un cospicuo numero di lavori di autori a lui vicini che avevano condiviso la sua avventura artistica.

La ″Galassia Arp″ ha così assunto una propria fisionomia incentrata principalmente sull’astrattismo e oggi, con opere di straordinaria ricchezza e valore, permette di vedere rappresentati gli autori di primo piano nella storia dell’arte europea del ventesimo secolo.

In un prossimo futuro il primo piano di Casorella sarà dedicato invece al Lascito Nesto Jacometti (Locarno 1898-1973), locarnese autentico, che negli anni Cinquanta emigrò a Parigi per diventare uno tra gli stampatori d’arte più apprezzati al mondo, prima gestendo La Guilde Internationale de la Gravure e poi L’Oeuvre Gravée. Egli instaurò rapporti di amicizia con artisti straordinari come Massimo Campigli, Zao Wou-Ki, Karel Appel, Corneille, Marino Marini e Antoni Clavé. Nel 1974, un anno dopo la sua morte, la Città di Locarno divenne proprietaria del suo lascito che comprende sia opere originali sia opere grafiche. 

Al secondo piano una serie di dipinti di Filippo Franzoni, l’artista locarnese più noto, accoglie i visitatori. Le opere di questo pregevole pittore, tra realismo e simbolismo, spalancarono anche in Ticino, a cavallo tra XIX e XX secolo, le porte della modernità grazie soprattutto a una serie di memorabili paesaggi strettamente legati al territorio, dalle rive del Lago Maggiore, al delta della Maggia, al Monte Verità e ai villaggi delle valli. 

Il percorso museale prevede anche uno spazio per le esposizioni temporanee. La mostra che inaugura queste iniziative sarà direttamente legata alla Collezione cittadina, poiché presenta una selezione di silografie di Giovanni Bianconi (Minusio 1891-1981), che fanno parte della raccolta civica dal 1990. Il visitatore può farsi coinvolgere da pregevoli incisioni che raffigurano il Ticino rurale della prima metà del Novecento, nonché da una serie di intensi ritratti e autoritratti. 

INFORMAZIONI UTILI

BIGLIETTO COMBINATO MUSEO CASORELLA-CASTELLO + MUSEO CASA RUSCA novità! 

14 aprile - 6 ottobre 2019 Manolo Valdés

Museo Casa Rusca
Piazza Sant’Antonio, 6600 Locarno

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www.museocasarusca.ch  

Museo Casorella
Via Bartolomeo Rusca 5
CH-6600 Locarno
Tel. +41 (0)91 756 31 80

 www.museocasorella.ch   

www.castellolocarno.ch 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

foto 1 Dorothy sobre fondo gris, 2010 tecnica mista su tela di juta, 229 x 188 cm Collezione privata © Manolo Valdés - ProLitteris Zurigo / Foto Enrique Palacio

foto 2 Reinas Marianas, 2005 bronzo, 170 x 125 x 95 cm (ciascuna) Collezione privata © Manolo Valdés - ProLitteris Zurigo / Foto Enrique Palacio

foto 3 Museo Carosella

foto 4 Bianconi autoritratto con sole anni '20, Xilografia, 33 x 20,5 cm