25 anni di Crespi d’Adda nella WHL Unesco


NOVEMBRE 2020 - Era il 5 dicembre 1995 quando a Berlino, nella riunione del Comitato per il Patrimonio dell'Umanità, si annunciava che, insieme a Siena, Ferrara e Napoli, anche il villaggio operaio di Crespi d'Adda veniva inserito nella World Heritage List. Si trattava, allora, dell'undicesimo sito in Italia, il terzo in Lombardia ed il quinto al mondo per l'archeologia industriale. Oggi i siti inseriti in questo elenco sono 1.121.

La motivazione addotta dagli esperti delegati dall'Unesco dettagliava come Crespi d'Adda fosse "un esempio eccezionale del fenomeno dei villaggi operai, che vide la luce in Europa e nell'America del Nord tra il diciannovesimo ed il ventesimo secolo, espressione della filosofia predominante tra gli industriali illuminati nei riguardi dei loro operai" e che si intendeva premiare la sua integrità architettonica in grado di illustrare un periodo significativo della storia umana e la sua esemplarità eminente di insediamento umano rappresentativo di una cultura divenuto vulnerabile per l'impatto di cambiamenti sociali ed economici irreversibili.
Un riconoscimento ed una candidatura straordinari, soprattutto se si considera che questa impresa si deve alla audace iniziativa di alcuni giovani universitari locali riuniti nel goliardico "Centro Sociale Fratelli Marx" che furono in grado, con un supporto più formale che sostanziale da parte delle istituzioni locali, di promuovere e far comprendere al mondo il valore di questo piccolo luogo italiano. Nel 1993, infatti, elaborarono, al fine di tutelare il villaggio operaio dalla aggressione di una spregiudicata speculazione edilizia supportata da una parte della comunità, il "progetto di rivalutazione culturale per Crespi d'Adda", all'interno del quale era previsto, oltre ad una serie di azioni di promozione e sviluppo culturale e turistico, l'ambizioso progetto di presentare la necessaria documentazione per l'inserimento del sito nella World Heritage List.
La storia di questa eccezionale impresa sarà la protagonista di un libro che vedrà la luce la prossima primavera. L'autore, Giorgio Ravasio, fu testimone di tutta la vicenda che portò all'inserimento del villaggio operaio nella World Heritage List, avendo fondato, alcuni anni prima, il primo servizio di valorizzazione culturale e turistica del sito. "Voglio raccontare come andarono realmente le cose in quegli anni", dichiara l'autore, "Molti si sono arrogati meriti non propri e molti che osteggiarono la nomination sono poi saliti sul carro dei vincitori. Nel mentre, ai veri eroi di questa esperienza non sono mai stati riconosciuti i meriti di questo risultato incredibile. Sarà l'occasione per fare chiarezza su un periodo importantissimo della nostra storia".

A venticinque anni di distanza, Crespi d'Adda, grazie al progetto che ha portato alla apertura dell'Unesco Visitor Centre, il villaggio operaio è diventato un polo culturale importantissimo che, purtroppo, non potrà, causa Covid-19, celebrare adeguatamente l'evento. Per questo motivo, la decisione presa dalla Associazione Crespi d'Adda ( www.crespidadda.it ) e dall'Assessore competente, Donatella Pirola, è di festeggiare l'anniversario con una serie di iniziative che caratterizzeranno il 2021 (DPCM permettendo) e che si affiancheranno al normale programma di visite del villaggio operaio e di apertura della centrale idroelettrica e del cotonificio.