IL RADICCHIO DI CHIOGGIA IGP e il suo territorio

luglio 2017 - Già Plinio il Vecchio narrava di orti lussureggianti nei nostri litorali, così come risale a tempi lontani l’uso alimentare e terapeutico delle cicorie. Verosimilmente, le cultivar di radicchio attualmente coltivate derivano da individui a foglie rosse introdotte in Europa intorno al XV secolo, che si sono diffuse nelle zone tipiche del Veneto nel secolo successivo.
Nei primi decenni del 1900 il radicchio di Chioggia inizia ad assumere la sua forma caratteristica grazie all’intelligente e lungimirante lavoro degli ortolani locali, che, attraverso una paziente selezione massale dei cespi di forma più raccolta con foglie centrali embricate, ottennero il radicchio variegato di Chioggia prima, quindi, selezionando piante con screziature rosse sempre più diffuse ed estese, sono arrivati attorno agli anni cinquanta a quel radicchio a palla rossa che oggi porta il nome di Chioggia in tutto il mondo.
Inizialmente la produzione di radicchio interessava solo i mesi autunno-invernali, ma nella seconda metà degli anni settanta, abbinando l’utilizzo di agili e relativamente semplici strutture protettive ad una mirata selezione basata sull’utilizzo del seme ricavato dai cespi di anno in anno più precoci, è stato costituito un nuovo ecotipo disponibile al consumo già nei mesi di aprile e maggio.

I terreni dove si coltiva il radicchio di Chioggia, il più sapido di tutti quelli coltivati nel mondo, hanno origine dai materiali che i grandi fiumi italiani, il Po, l’Adige, il Brenta e i loro affluenti, hanno portato dalle Alpi fino al mare Adriatico: un miscuglio di rocce arenarie, formazioni moreniche, terreni alluvionali, sabbie e dune fossili.
Sono terreni sabbiosi e sciolti, con falda freatica sottosuperficiale, che godono di un clima mite per l’influsso del mare con brezze e venti dominanti, in particolare la bora. Questa ventilazione, rimescolando i bassi strati dell'atmosfera, evita ristagni di umidità, ottimizzando lo stato fitosanitario delle colture, facendo sì che queste aree litoranee siano particolarmente vocate ad un’orticoltura di pregio.l Radicchio di Chioggia IGP ha il cespo tondeggiante e compatto, con foglie di colore rosso più o meno intenso con nervature centrali e secondarie bianche, sapore gradevolmente amarognolo e consistenza croccante.
In Veneto si produce più di metà del radicchio di tutta l’Italia e il radicchio di Chioggia è primo per superficie coltivata, quantità di produzione e presenza sul mercato, mentre in tutto il mondo si sono diffuse tipologie che lo imitano, ma non lo eguagliano.
Una coltura globale che ha recuperato il suo legame col territorio d’origine nel 2008, quando il Radicchio di Chioggia ottiene il riconoscimento europeo della Indicazione Geografica Protetta. Da allora, si possono fregiare di questa denominazione esclusivamente le produzioni ottenute dal seme autoctono tramandato e custodito dalle famiglie degli ortolani locali, che le coltivano secondo un rigido disciplinare nel territorio di 10 comuni delle tre provincie contermini di Venezia, Padova e Rovigo.

Il disciplinare della IGP Radicchio di Chioggia distingue la produzione in due tipologie:

“precoce”primaverile , con raccolta dal 1° aprile al 15 luglio,con area di  produzione Chioggia e Rosolina

 “tardivo”Autunno - Invernale, con raccolta dal 1° settembre al 31 marzo con zona di produzioneChioggia, Cavarzere, Cona, Codevigo, Correzzola, Rosolina, Loreo, Porto Viro, Taglio di Po e Ariano Polesine  .
L’origine del prodotto è comprovata e garantita dagli adempimenti e dai controlli a cui si sottopongono i produttori e i confezionatori durante tutto il ciclo produttivo e lavorativo dall’Organismo di controllo CSQA Certificazioni.
Per ogni particella di coltivazione ogni produttore deve fornire gli estremi catastali, la località, la ditta proprietaria e la ditta produttrice, differenziando le superfici tra tipologia precoce e tardivo.
Il Radicchio di Chioggia, proveniente da tali appezzamenti certificati, può fregiarsi dell’Indicazione Geografica Protetta solo dopo il confezionamento e l’apposizione dell’apposito sigillo presso strutture di lavorazione anch’esse certificate.
Tali produttori e confezionatori sono riuniti nel Consorzio di Tutela del Radicchio di Chioggia Igp.Per ulteriori informazioni, curiosita' e ricette  www.radicchiodichioggiaigp.it