ALLA SCOPERTA DI ANCONA LA CITTA DORICA NELLE MARCHE

maggio 2018 - In occasione di tipicita in blu www.tipicitainblu.it   evento culturale gastronomico di Ancona ci siamo soffermati sulla  citta', spesso considerata di "passaggio" ( per la sua posizione che rende facile gli spostamenti dei turisti  per la Grecia , Croazia e Albania)  alla scoperta di numerose bellezze  che spesso non vengono ammirate. 

Ai visitatori e ai viaggiatori che vi si fermano, Ancona offre parecchie proposte: il mare che l'Europa ci premia  e ci invidia, le colline che l'agricoltura e  l'arte vitivinicola hanno dolcemente modellato, E un'alta concentrazione di tesori d'arte e di cultura. 

Generalmente si considera inizio della ultrabimillenaria storia di Ancona la fondazione greca; questo è esatto considerando Ancona come città; prima di essere città, però, Ancona esisteva come villaggio o come insieme di villaggi; gli scavi archeologici infatti ci informano dell'esistenza di tre centri durante l'Età del bronzo e di uno nell'Età del ferro, quest'ultimo riferibile alla civiltà picena.

Ancona diviene città dunque nel 387 a.C., data di fondazione della colonia di Ankón da parte di Greci siracusani di stirpe dorica. Il centro piceno venne pacificamente assorbito da quello greco. La città rimase per circa due secoli una fiorente colonia greca.In seguito fu alleata e poi municipium di Roma, attivo porto di comunicazione tra la capitale e l'Oriente. Ebbe particolare importanza sotto l'impero di Traiano.

Dopo la caduta dell'Impero romano d'Occidente entrò nel regno degli Eruli e poi di quello degli Ostrogoti, come gran parte del resto d'Italia. In seguito alla guerra gotico-bizantina, fece parte della pentapoli marittima dell'Impero Bizantino.

Dopo il Mille la città entrò nel periodo più splendido della sua storia, ossia quello in cui fu libero comune e repubblica marinara. Durante i cinque secoli di indipendenza si distinse dalle altre repubbliche marinare per un comportamento alquanto singolare: mai intraprese guerre di sopraffazione contro altre città, contenta del proprio rapporto con il mare e con l'Oriente; dovette però spesso difendersi da potenze nemiche, cosa che fece sempre con grande ardore. Una costante della storia di Ancona di tutti i secoli è anzi il ripetersi di difficili assedi dai quali emerse quasi sempre vittoriosa, dopo lunghi patimenti. Altra costante della storia di Ancona, che emerge studiando il periodo della colonia greca, del municipio romano e della repubblica marinara, è il rapporto intenso con il mare, la navigazione e l'Oriente, rapporto che ancor oggi caratterizza la città.

Entrò a far parte dello Stato Pontificio nel 1532, entro il quale fu fiorente sotto papa Clemente XII che le concesse il "porto franco". Dopo la Rivoluzione francese diede vita alla Repubblica napoleonica anconitana. Partecipò attivamente al Risorgimento italiano, specie durante i fatti del 1848-1849; nel 1860 entrò nel Regno d'Italia e nella compagine del nuovo Stato e rivestì nei primi dieci anni di regno un importante ruolo militare.Fu nota nei primi anni del Novecento per il suo spirito ribelle, che la portò per due volte ad essere scena di rivolte poi propagatesi in tutta la nazione: la Settimana rossa e la rivolta dei Bersaglieri.

Durante il ventennio fascista la città di Ancona ebbe un notevole sviluppo urbanistico, e si completò l'asse stradale da mare (porto) a mare (rupi del Passetto) realizzando il Viale della Vittoria e completando Corso Stamira. Vennero realizzati lungo questo itinerario (da ovest ad est): il palazzo della Banca d'Italia, di Guido Cirilli, la Casa del Mutilato di Eusebio Petetti, il Palazzo delle Poste di Guido Cirilli, il Palazzo del Littorio (ora Palazzo del Popolo) di Amos Luchetti Gentiloni, e, al termine del Viale della Vittoria, a picco sul mare, sorse il Monumento ai caduti della Prima guerra mondiale, anch'esso opera di Guido Cirilli. Una scalinata (progettata dal Cirilli e completata nei primi anni cinquanta) unì la città al mare sottostante: quello del Passetto.

Dopo la seconda guerra mondiale, un importante evento per la città, nei primi decenni del dopoguerra, fu la fondazione dell'università, con l'apertura della facoltà di Economia nel 1959, allora dipendente dall'Università di Urbino; tra i fondatori troviamo anche il noto economista anconetano Giorgio Fuà. Nel corso degli anni si aggiunsero le facoltà di Ingegneria, Medicina, Agraria e Scienze. L'università di Ancona nel 2003 cambiò la denominazione in Università Politecnica delle Marche. Sempre ad Ancona, Giorgio Fuà fondò nel 1967 l'Istituto superiore di studi economici "Adriano Olivetti" (ISTAO) che si occupa della formazione professionale avanzata dei quadri nella gestione economica delle aziende.

 

Il monumento più rappresentativo della città di Ancona è la Cattedrale di San Ciriaco, splendida basilica romanico-gotica, con elementi bizantini, costruita sulle fondamenta di un tempio italico del IV sec a.C e di una successiva chiesa paleocristiana. Tra i siti di interesse turistico si segnalano: la Chiesa di Santa Maria della Piazza, capolavoro di arte romanica, caratteristica per la facciata ad archetti e per le figure simboliche scolpite intorno al portale ; l’Arco di Traiano, un Arco romano eretto nel I sec. d.c; la Chiesa di San Francesco alle Scale, con la bella facciata in stile gotico fiorito veneziano, la Mole Vanvitelliana, splendida isola artificiale a pianta pentagonale all'interno del porto, costruito su progetto dell'architetto papale Luigi Vanvitelli; la Loggia dei Mercanti, il più importante edifico laico, in stile gotico fiorito veneziano; la suggestiva Fontana del Calamo o delle Tredici Cannelle, la cui antichità è attestata dal nome, di chiara derivazione greca, che ricorda l’ambiente palustre in cui sorgeva.

Da non perdere sono la Pinacoteca Comunale, che custodisce, tra le altre , opere di Carlo Crivelli, del Tiziano, di Lorenzo Lotto e del Guercino; il Museo Archeologico Nazionale delle Marche, che documenta la preistoria e la protostoria del territorio marchigiano; il Museo tattile Omero, uno dei pochi al mondo, e l'unico in Italia, che permette anche ai non vedenti di avvicinarsi all'arte facendo toccare calchi in gesso a grandezza naturale di famose opere scultoree, modellini architettonici di celebri monumenti, ma anche reperti archeologici e sculture originali di artisti contemporanei. Per informazioni turistiche consultare  www.turismo.marche.it