POLESINE :in bicicletta lungo il PO

 

 

La storia e la vita della provincia di Rovigo da sempre è legata all’acqua. Racchiusa tra i due grandi fiumi il Po e l’Adige che sfociano nel mare Adriatico, la “Mesopotamia d’Italia”, come viene chiamata ne ha subito tutte le conseguenze nel male e nel bene.

Disastrose alluvioni, mareggiate che la forza e la tenacia dell’uomo hanno saputo dominare attraverso interventi strutturali di potenziamento degli argini e all’opera della bonifica, che ha strappato centinaia di ettari al mare.Oggi, in Polesine l’acqua non fa più paura, anzi è diventata uno dei cardini per la promozione turistica del territorio.Terre d’acqua, di paesaggi sognanti e di atmosfere infinite, la provincia di Rovigo unisce ad una natura sorprendente una ricchezza culturale che si propone all’ospite nelle città, nei piccoli centri, nelle architetture di ville, palazzi e chiese, nei musei, ma anche nella gastronomia e nella simpatica e accoglienza della gente.Il Polesine, ovunque, è uno straordinario palcoscenico naturale, dove l’acqua si muove maestosa, tra golene, isole sabbiose e il Po, con il suo Delta, arriva placido al mare, attraverso un labirinto di acque e canneti, paradiso per una fauna e una flora variegata.Per scoprire queste meraviglie nulla di meglio che la bicicletta percorrendo il percorso ciclabile Sinistra Po che dall’Alto Polesine porta al Delta.

Gli itinerari in bici sono affascinati e consentono di godere di paesaggi mozzafiato e di conoscerne la storia. La provincia più meridionale del Veneto, presenta un passato tutt'altro che univoco ed uniforme, punteggiato da contese a volte davvero aspre, che nel corso del Medioevo videro confrontarsi più volte gli Estensi di Ferrara, gli Scaligeri di Verona, i Gonzaga di Mantova, i Carraresi di Padova, su tutti i quali infine prevalse la Repubblica di S. Marco. Una terra di confine dunque, contesa da varie potenze venete, lombarde ed emiliane che non mancarono di incidere nella storia del Polesine. E particolarmente intenso fu il segno lasciato dalle due Signorie che dal XV secolo fino al 1797 con l'arrivo di Napoleone, si divisero il Polesine: a Nord la Serenissima e a Sud la Casa d'Este, sostituita nel 1598 dallo Stato Pontificio dopo la morte di Alfonso II d'Este privo di eredi. Fu solo nel 1815 col Congresso di Vienna che, contemporaneamente alla fine dell'autonomia politica di Veneto e Lombardia passate sotto il dominio austriaco, venivano stabiliti per il Polesine i confini già da molti secoli delineati dalla natura e rappresentati dai due grandi fiumi: il Po e l'Adige. Una individuazione territoriale confermata, dopo la terza guerra d'Indipendenza, dallo Stato Italiano che riconobbe definitivamente come parte integrante della regione Veneto l'originale porzione di territorio interfluviale costituente la provincia di Rovigo.

Ma una storia secolare, fatta di usi, costumi e frequentazioni tutt'altro che omogenee non poteva né doveva essere cancellata da una decisione politico-amministrativa, cosicché ancora oggi la zona rivierasca del Po risente in larga misura dell'influenza ferrarese, che nei comuni più occidentali di Melara, Bergantino, fino a Castelmassa e Calto, si mescola a quella mantovana. E' questo un aspetto che va apprezzato, che arricchisce la naturale vocazione polesana di terra di relazione, disponibile ad accogliere varie sollecitazioni sociali e culturali, ed in grado di offrire ai visitatori una molteplicità di aspetti legati alla tradizione, ben evidenti anche sul piano culinario.

 

E’ con questa consapevolezza che si deve compiere un lungo itinerario, diviso in 7 tappe, seguendo prevalentemente la strada arginale della riva sinistra del Po, da Melara (foto1), ove il fiume entra in area polesana, a Bergantino, a Castelnovo Bariano il cui nome deriva dal possente castello estense. A pochi chilometri c’è San Pietro Polesine dove si può visitare la mostra archeologica che documenta la presenza di civiltà antiche che già dall’età del bronzo popolavano questa zona. A Ficarolo da vedere c’è la superba Villa Giglioli, del 1500. Attraverso Gaiba, Stienta si arriva a Occhiobello, paese che è sempre stato nel bene e nel male condizionato dalla vicinanza del grande fiume. Qui, in località Bosco e Malcantone si formarono, il 14 novembre 1951, le falle della grande rotta che allagò il Polesine. Il tragico evento è ancora oggi ricordato da una manifestazione commemorativa nel Parco della Rotta. Il fiume e la sua golena regalano però anche splendidi scorci che hanno affascinato l’autore de “Il mulino sul Po”, Riccardo Bacchelli.

 

Poco lontano c’è Polesella (foto2) che conserva tracce di un nobile passato, testimoniato dalla presenza di diverse ville veneziane: Ca’ Rosetta, Villa Armerllini, Villa Selmi. La più famosa è Villa Ca’ Morisini, frutto della progressiva trasformazione di una casa rurale, su intervento commissionato da Francesco Morosini, doge di Venezia, ad un allievo del Palladio,Vincenzo Scamozzi.

A Crespino la sosta è importante.Di origine Romana la leggenda vuole che qui si precipitato il carro di Fetonte, la piazza principale è infatti dedicata all’eroe mitologico. La piazza è attorniata dall’ottocentesco Palazzo Comunale e la casa del carbonaro Vincenzo Carravieri, teatro di numerose riunioni segrete. L’antica piazza del mercato ricorda altri episodi della ribellione crespinese e la vicina villa dei Principi Pio Falcò fu nascondiglio di documenti carbonari. Tra le dimore storiche Villa Marzolla, costruita tra il ‘600-‘700 e le settecentesche Villa Sarti Savonarola e Villa Tisi. A Fetonte è dedicato anche l’approdo realizzato nella golena recentemente recuperato insieme alla creazione di un percorso attrezzato con area pic-nic. Alcune sale del Palazzo Municipale ospitano il Museo delle Acque, percorso che racconta la vita lungo il fiume.

 

A Papozze (foto3) il corso d'acqua inizia a dar vita ai primi due rami (Po di Venezia e Po di Goro) del grande delta padano. Un itinerario innanzitutto ricco di sicure suggestioni ambientali, legate ai giochi luminosi che la natura offre sull'acqua del fiume, sulle bianche spiaggette che si aprono improvvise e nella fitta vegetazione delle golene, regno incontrastato di varie specie di volatili, ma anche un percorso di indubbio interesse per i molteplici aspetti artistici ed architettonici di una terra che può vantare una storia millenaria. Interessante la Golena Panarella, oasi gestita dal Wwf, con sentieri che consentono di ammirare la tipica vegetazione fluviale. Proprio in questi luoghi il professor Luigi Salvini, noto slavista, fondò nel 1946 la “Repubblica di Bosgattia”, sorta di zona franca all0insegna della libertà di condizionamenti del quotidiano. Esisteva da luglio a settembre e chi vi risiedeva doveva arrangiarsi con quello che offriva la natura. La Repubblica finì nel 1955.Per info turistiche consultare il portale www.polesineterratraduefiumi.it/pagine/polesine.php